Riceviamo e pubblichiamo un a lettera scritta da una nostra lettrice e indirizzata al Presidente della Regione Gianni Chiodi il 20 Ottobre 2009. Per conoscenza è stata inviata anche all'Assessore all'Ambiente Daniela Stati, all'Assessore Mauro Febbo e al Presidente della Provincia di Chieti Enrico Di Giuseppantonio.
Ill.mo Presidente Gianni Chiodi,
sono Ludovica Raimondi, cittadina abruzzese, nata a Giulianova.
Ho deciso di scriverLe questa mail, perché sono mesi che leggo e mi informo riguardo al Centro Oli e agli impianti petroliferi, che interesseranno la provincia di Chieti e il 50% del territorio abruzzese e che mi coinvolgono come cittadina. A poco tempo dal 31 Dicembre non abbiamo parole di rassicurazione sul futuro dell’Abruzzo né di quello dei suoi cittadini. Non è mia intenzione parlare delle ricerche portate avanti dalla Dottoressa Maria Rita D’Orsogna, che Lei conoscerà dettagliatamente, come neppure delle argomentazioni addotte da coloro che attivamente si adoperano, ormai da qualche tempo a questa parte, per informare educare e sensibilizzare tutti noi sui progetti politico-economici che stanno decidendo sulle nostre vite. Le voglio, invece, scrivere da semplice cittadina, che sta vivendo con ansia questa attesa, questo silenzio politico, avendo seriamente a cuore il futuro di questa terra, quello proprio e dei suoi conterranei.
Abito, come detto sopra, a Giulianova, una località che ha la fortuna di essere bagnata dal mare e abbracciata maternamente dalla montagna. Vivo in collina e ho sempre avuto l’opportunità di affacciarmi alla finestra e di guardare il mare, il porto, le case che ricoprono la pianura di Giulianova Lido: sono cresciuta facendo lunghe e piacevoli passeggiate sulla costa, d’inverno e d’estate, entrando in un mondo emozionale che difficilmente può essere spiegato e descritto a parole. Non ho mai dovuto fare km per raggiungere la spiaggia, per gustare il piacere di un bagno estivo, per respirare l’odore di salsedine e per ascoltare il rumore delle onde. Il mare per me non è una realtà onirica, al contrario è tangibile, visibile e vivibile. Esso mi ha offerto l’occasione di conoscere gente proveniente dal nostro entroterra, piuttosto che da altre parti d’Italia e d’Europa: i turisti affollavano e affollano le nostre spiagge, i nostri ombrelloni, i nostri alberghi incentivando l’economia locale. Tanta gente ama raggiungere i luoghi balneari della costa abruzzese per poter respirare aria pulita, sana, rigenerante. Il mare è il mondo in cui sono cresciuta e che mi porto dentro.
Il porto con le sue imbarcazioni è l’alcova di egregie dignità umane, come quelle dei pescatori, che vivono del proprio lavoro, ossia di ciò che il mare offre. Il mare è tutto per noi e so che non parlo solo come giuliese: la gente di mare che abita lungo la costa abruzzese è numerosa e ciò che ci accomuna tutti è la nostalgia e la contemplazione di questa distesa azzurra che, con i suoi colori sempre diversi, ricchi di sfumature, raggiunge i nostri cuori e le nostre anime. Non posso pensare a un “altro” mare se non a questo che vivo quotidianamente. Non posso immaginare che altri uomini possano “disturbare” una parte del mio mondo. Anticamente gli uomini credevano che la terra fosse intoccabile e che atti di tracotanza verso di essa fossero puniti dagli Dei: il nostro patrimonio letterario e culturale è pregno di storie esemplari a riguardo.
Perché toglierci il piacere di sognare, di immaginare, di vivere ammirando quello che la Natura regala quotidianamente ai comuni mortali? Perché accanirsi contro ciò che da sempre c’è e che per sempre sarà a prescindere dal Nostro esistere? Perché privarci del vanto di essere figli del mare, figli di questa terra? Perché privare la nostra regione della sua vitalità ed essenza?
Non è tollerabile e non è accettabile che esponenti politici, votati dal popolo perché migliorino e garantiscano il bene comune, la salute dei cittadini e la loro sicurezza rimangano indifferenti alla richiesta di tutelare il presente di questa regione e il futuro dei suoi abitanti. Non si può rimanere trincerati nei palazzi governativi, quando un’intera popolazione chiede di poter vivere di agricoltura, di pesca, di aria pura. Non si può tacere di fronte alla domanda di aiuto e di supporto.
Dov’è finito il senso della Bellezza e dell’Estetica? Dove l’ Amore per l’ambiente che ci circonda? Dove il sentimento di giustizia sociale? Perché la politica non guarda più agli uomini che ogni giorno devono lottare per salvaguardare i posti di lavoro, le piccole proprietà, i guadagni che hanno accumulato con onestà e dignità? Perché sacrificare tutto questo per il guadagno di Altri? Perché cancellare l’Essenza di questo lembo d’ Italia, di terra, per scopi che sono lontani dall’interesse collettivo? Perché non si vuole ascoltare la gente che grida i propri diritti? Perché la politica non è più attenta (se mai lo sia stata) al volere della popolazione? Perché farci credere che da questo progetto se ne ricaveranno posti di lavoro e benefici economici? Perché non si informa il “popolino” dei rischi concreti e reali che scaturiscono da queste politiche economiche?
Ho letto la lettera che la Dott.ssa D’ Orsogna Le ha inviato al tempo della Sua campagna elettorale come anche la Sua risposta: cosa è cambiato da quel giorno ad oggi? Dov’è la sensibilità che accomunava il suo essere Abruzzese a quello della Dottoressa? Perché ha scelto la strada del silenzio? Ecco, vorrei richiamare la sua Abruzzesità, perché Lei dovrebbe sapere cosa rappresenta questa Regione per noi che l’abitiamo e anche per coloro che la ammirano da lontano. Sa che anche quando si vive altrove il cuore è rivolto a questa terra, che regala sempre amore e rigenera gli animi al solo sorgere e tramontare del sole. Sa che abbiamo l’enorme fortuna di vivere dei prodotti che la terra ci regala in ogni stagione, in ogni raccolto, in ogni pesca. Sa che i contadini, i pastori e i pescatori sono le risorse più genuine che possiamo vantare. I nostri ori sono il Vino, il Pane, il Pesce…..Non ce ne servono altri e per di più cancerogeni, nocivi e deleteri.
Mi rammarica vedere che proprio i nativi di questa regione non salvaguardino il “tesoretto” abruzzese, soprattutto in un periodo in cui si rivendicano sentimenti regionalistici e si preme per il federalismo fiscale. Come vivrà l’Abruzzo se e quando ogni regione dovrà provvedere a sé? In cosa si distinguerà l’economia della nostra regione? Oggi produciamo vino, olio, grano, ortaggi. Siamo ricchi di formaggi, di carne e di pesce. Ma domani? Di cosa vivremo noi che oggi abbiamo venti o trent’anni? Quale futuro erediteremo dalla “vecchia guardia”? Che prospettive avremo per noi e per i nostri figli? Si parla di salvaguardare i valori della famiglia e della società civile e poi si permette a grandi società di smantellare le nostre terre e i nostri mari. A che gioco si sta giocando? Quante domande si susseguono nelle mia mente!!! Anche se andassi via per sfuggire la tirannia delle centrali petrolifere o nucleari avrò sempre l’immagine di una realtà, la mia, che mi porto dentro sin dalla nascita, deturpata e logorata. Non lo voglio!!!!
Perché nega a noi cittadini la possibilità di conoscere le nostre sorti: ci farete affondare nelle paludi nere o ci aiuterete a costruire il nostro “domani”, perché un giorno anche i nostri figli possano godere delle bellezze che la Natura offre? Siamo in ginocchio a causa della crisi economica e della mala Sanità: è questo il momento per reagire con una politica atta promuovere il turismo e la sicurezza dei cittadini abruzzesi e di coloro che verranno a conoscere la nostra terra. Abbiamo panorami fantastici, una storia modesta ma importante. Nel periodo in cui ho vissuto a Milano ci sono stati due incontri fulminei che mi rimarranno a lungo nella mente: il primo è stato con una signora che, sentendo che ero abruzzese, mi ha detto: “Signorina cos’è venuta a fare a Milano? Avete un’aria così pulita…perché è venuta a respirare lo smog?”; l’altro ha visto protagonista un ragazzo che mi ha detto di aver visitato l’Abruzzo per caso e che lo aveva trovato davvero bello, ma ha aggiunto: “Peccato che sia poco conosciuto. Dovreste pubblicizzarlo di più dal punto di vista turistico”. Ecco, personalmente sono affezionata a queste due visioni esterne, ma non estranee.
Mi piacerebbe che ogni politico nato in questa bellissima regione la amasse fino al punto di proteggerla “con le unghie e con i denti”, perché credo che ciascuno abbia ricordi, emozioni, sensazioni ed esperienze per cui valga la pena lottare duramente, affinché sia legittimamente difeso questo gioiello. Si dovrà fare tanto per lo sviluppo economico, sociale e culturale, ma se i primi passi verranno guidati da voi che ne avete gli strumenti adatti…beh allora anche noi potremmo muoverci sereni e senza dover opporre continuamente le nostre convinzioni alle vostre per ottenere e condividere il bene comune.
Penso che la politica non debba essere appannaggio solamente di chi è chiamato a governare, ma anche del singolo cittadino, che ha eguali diritti e pari dignità nel partecipare attivamente alle cause che coinvolgono la sua esistenza e quella della comunità di cui fa parte.
Grazie della cortese attenzione,
Distinti saluti
Ludovica Raimondi.
fonte:
cityrumors