mercoledì 30 settembre 2009

Ritagli di Giornali

Presidente CONFCOMMERCIO Angelo ALLEGRINO
Prof.ssa Maria Rita D'ORSOGNA
Assessore alla provincia Franco MORONI
Dr. Michele D'ANDREA
signorina Cristina e tutto lo staff ConfCommercio
Fabrizia ARDUINI di EAA

GRAZIE !


dal giornale "il centro" data 03 ottobre 2009








Petrolio. Ritirato il progetto di legge sulle royalties

ABRUZZO. E’ stato ritirato questa mattina nella commissione Bilancio il progetto di legge Febbo-Chiodi per la disciplina delle royalties derivanti dallo sfruttamento del sottosuolo.

Era stato iscritto all’ordine del giorno dal presidente Emilio Nasuti (Pdl) e lui stesso questa mattina ha precisato che il progetto di legge veniva ritirato per il momento e, dunque, non sarà discusso a breve. Probabilmente non sarà discusso più.
«E’ stato un errore mio l’inserimento del progetto all’ordine del giorno», ha detto Nasuti, «la giunta al momento sta elaborando un articolato più completo e globale all’interno del piano regionale energetico per cui al momento l’iniziativa è superata».
Pericolo rientrato?
Difficile dirlo visto che sono ormai passati molti mesi dall’insediamento della giunta Chiodi e che nessun provvedimento, nessuna nuova disciplina è stata varata la quale possa regolare lo sfruttamento del sottosuolo abruzzese.
«Il frettoloso ritiro», ha commentato Maurizio Acerbo (Rc),«è l’implicita conferma delle critiche che avevamo rivolto al progetto di legge Febbo il cui stesso proponente lo aveva presentato come la risposta ai problemi della petrolizzazione. Lo avevamo detto lo scorso dicembre ma non siamo stati ascoltati che quel progetto di legge era inutile rispetto allo scopo che avrebbe dovuto avere negli annunci del centrodestra. Ora la notizia è che Chiodi ed i suoi stanno cercando nuove strade. Ho interrogato Nasuti che diceva di essere a conoscenza di un provvedimento più complessivo ed ho dunque chiesto di saperne di più ma per ora senza esito».
Acerbo ha poi ricordato che il nuovo consiglio regionale appena insediato approvò un ordine del giorno (firmatari tra gli altri Costantini e Acerbo) approvato all’unanimità con il quale si impegnava la giunta Chiodi entro 45 giorni ad opporsi all’impugnativa del governo e ad emanare altri provvedimenti in grado di bloccare l’avanzata petrolifera.
La Regione però si è costituita tardivamente nel procedimento intentato dal governo che aveva impugnato la legge regionale e contestualmente si è avanzato il progetto Febbo che avrebbe dovuto regolare la materia.
«Invece», ha commentato ancora Acerbo, «a quasi un anno di distanza siamo ancora a zero per quanto riguarda iniziative concrete. Inoltre è buio assoluto su cosa contenga il piano regionale energetico. Prendiamo atto che il centro destra non è riuscito a concretizzare nulla sul petrolio così come sul nucleare. Anche su questo versante emerge la gravità dell’atteggiamento di totale latitanza sul tema di Chiodi e della giunta di centrodestra abruzzese che pure sono stati votati da una minoranza di abruzzesi e che governano una Regione che è nota a livello nazionale per i suoi Parchi Nazionali. Devo constatare con amarezza che la linea della giunta Chiodi è quella della più totale sottomissione al Presidente del Consiglio».

30/09/2009 15.28

fonte:
PrimaDaNoi.it

martedì 29 settembre 2009

L’Abruzzo nero avanza: in commissione regionale la disciplina delle royalties


ABRUZZO. Il futuro dell’Abruzzo è sempre più nero. Tra proclami e prese di posizione sembra avanzare sottotraccia il progetto di petrolizzazione della nostra regione. La notizia è che arriva, mercoledì 30 settembre, in commissione regionale il progetto di legge che disciplina la materia delle royalties.


In pratica il consiglio regionale ben presto sarà chiamato a decidere in che modo ed in che misura dovrà dividere i guadagni derivanti dalle estrazioni del sottosuolo gas e petrolio e non solo. Quale percentuale rimarrà alla Regione, quanto alle Province ed ai Comuni?
Ma a che pro impegnare tempo e denaro per decidere qualcosa che poi non servirà ad una regione che il petrolio non lo vuole, così come pure promesso più volte?
Sulla materia è scontro duro anche perché associazioni e comitati continuano la loro battaglia conquistando sempre più spazio sui media di tutto il mondo.
Nei giorni scorsi interventi della studiosa ortonese Maria Rita D’Orsogna si sono registrati sul Corriere della sera e su alcuni giornali della Gran Bretagna e degli Stati Uniti.
Tutti parlano dell’Abruzzo che si prepara ad accogliere l’oro nero.
Ma non sono gli stessi stati dove la Regione ha speso centinaia di milioni di euro in pubblicità per convincere gli indigeni a sbarcare nella “regione verde d’Europa”?
Il progetto di legge che arriva in commissione bilancio è quello di Febbo-Chiodi e farà discutere non poco, oltre ad aprire una pesante battaglia politica.
Strumentalizzazioni comprese, bisognerà in qualche modo stabilire che regione sarà quella dei nostri figli: natura, verde, parchi e turismo oppure petrolio, gas, bilanci rimpolpati dalle royalties, inquinamento e niente turismo.
Una decisione precisa ed inequivocabile farebbe peraltro risparmiare moltissimi denari pubblici (perché continuare ad investire sul turismo se si decidesse per il petrolio?)
«Si tratta di una legge imbroglio», dice Camillo D’Alessandro (Pd) promettendo battaglia, «si dicono contrari all’estrazione del petrolio, ma si preoccupano di come fare cassa, se pur modesta, dalla sua estrazione. Una legge – incalza l’esponente del PD – senza senso perché siamo in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale sulla Legge, approvata all’unanimità nella precedente legislatura , che stabilisce il divieto di insediamento per industrie che svolgano attività di prospezione, ricerca, estrazione, coltivazione e lavorazione di idrocarburi».
Si tratta della legge D’Alessandro, primo firmatario, approvata ad ottobre dello scorso anno, la legge n. 14/2008, da entrambi gli schieramenti e che il Governo Berlusconi ha impugnato per presunti profili di illegittimità costituzionale. In difesa della legge si è costituito in giudizio, se pur oltre i termini previsti, la Regione Abruzzo.
«Chiodi aveva rassicurato in più occasioni la popolazione abruzzese», ricorda D’Alessandro, «sul fatto che l’Abruzzo non si sarebbe trasformata in regione petrolifera, allora che senso ha prevedere una legge che disciplina le royalities in attesa, tra l’altro, del giudizio pendente della Corte Costituzionale?»

LA PROVINCIA DI CHIETI DIFENDE LA SUA COSTA (CON IL PARCO)

Dopo l'invio al Ministero dell'Ambiente, da parte del presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio, delle osservazioni critiche sul progetto di estrazione petrolifera in mare denominato “Elsa 2”, anche il Consiglio provinciale assume un'iniziativa a difesa della costa teatina. Ieri sera, infatti, nel corso della seduta consiliare, una mozione proposta dal consigliere Franco Moroni (Pdl) e sottoscritta da tutto il centrodestra, è stata approvata all'unanimità.
La mozione «impegna – si legge nel dispositivo dell'atto – l’amministrazione provinciale, tramite il presidente Enrico Di Giuseppantonio, ad essere parte attiva presso il Ministero dell’Ambiente per la posizione di rifiuto sull’istallazione del pozzo estrattivo denominato “Elsa2” ed a proporre al presidente della Regione Chiodi l’apertura di un tavolo congiunto per realizzare un Piano di Gestione Integrata della Costa che stabilisca il non posizionamento di impianti estrattivi marini nelle vicinanze delle coste e il limite di collocazione degli stessi».
«L’Abruzzo – spiega il proponente nel dispositivo della mozione – ha da tempo condiviso e consolidato le proprie scelte strategiche destinando importanti territori a parchi, puntando sullo sviluppo dell’agricoltura e dei suoi prodotti, valorizzando il turismo costiero e montano, creando nel contempo una sorta di “marchio” di origine, che narra di un Abruzzo a garanzia di genuinità e di rispetto del territorio e delle sue diversità.
Negli ultimi anni a causa di istanze, permessi e concessioni, l’Abruzzo manifesta sempre più una nuova geografia, quella degli idrocarburi, totalmente nelle mani e negli interessi delle compagnie petrolifere nazionali ed internazionali. È urgente dare un importante segnale e intervenire sull’attuale modello energetico che dipende troppo da fonti fossili altamente inquinanti, non si può negare, infatti, che in Italia ci sia bisogno di investire nel settore energetico ma di certo non nel petrolio, una fonte che va in direzione opposta dagli impegni presi dal nostro paese con la firma del protocollo di Kyoto.
L’orientamento del Governo regionale e provinciale sia una condizione utile ad avviare una riflessione sul futuro industriale ed energetico dell’Abruzzo che, di fronte alla sfide globali dei mutamenti climatici, non può che essere orientata alla qualità e all’innovazione ambientale.
Le linee programmatiche del mandato amministrativo del Presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio e quindi della maggioranza, all’articolo 13 e 17, portano avanti un preciso progetto da attuare nel quinquennio che è quello del turismo come risorsa principale strettamente legato alle qualità naturali e ambientali del nostro territorio».

29/09/2009 19.07

fonte:
PrimaDaNoi.it

lunedì 28 settembre 2009

L'Abruzzo non vuole diventare un pozzo (petrolifero) senza fondo

Nel mirino anche le colline del Montepulciano Doc e Il parco nazionale della Majella

Un piano prevede di installare impianti di estrazione sul 50% del territorio: a rischio agricoltura e turismo

Le colline del Montepulciano Doc
Le colline del Montepulciano Doc
Spero che vogliate parlare di tutto l'Abruzzo come zona da salvare. L'Eni infatti si appresta a trasformare la nostra regione in un mega campo petrolifero, trasformando il 50% del territorio in zona per l'estrazione del petrolio, comprese le colline del Montepulciano Doc, Il parco nazionale della Majella, e quello di Lazio ed Abruzzo. Sono due anni che cerco di sensibilizzare abruzzesi - politici, popolo, giovani e chiesa cattolica su questo grave problema, con la stampa nazionale che sembra essere mummificata. La Basilicata, dove si trivella da 15 anni, muore, e io vorrei che per una volta in Italia fossimo preventivi e fermassimo il degrado ambientale prima di iniziare a contare i morti. In Basilicata si può.

Il petrolio abruzzese è di qualità scadente. E' un fango fortemente corrosivo e denso. L'indice API è 12. Il petrolio migliore del mondo è quello texano ad indice 40. Quello peggiore sono le sabbie del


Canada con indice 8. Dunque, il petrolio abruzzese giusto un po meglio delle sabbie bituminiche dell'Alberta. L'idea dell'Eni è quella trasformare 15 ettari di terra a Montepulciano doc ad Ortona in una raffineria di petrolio creata apposta per desolforizzare le schifezze del sottosuolo abruzzese. Questo centro deve sorgere a 500 metri dal mare. Si parla di costruirne altri due nella piana di Navelli e nel Teramano. Le trivelle nel mare a Pineto ospiteranno la desolforazione sulle piattaforme stesse. L'Abruzzo quest' anno è arrivato quarto al Vinitaly di Verona per numero di medaglie sulla qualità dei vini.
Questa regione fino a 50 anni fa era povera. Ora, la possiamo rigirare come vogliamo, ma vino, agricoltura, turismo e petrolio non possono coesistere. Alcuni studi dell'università californiana Davis, con uno dei dipartimenti di agricoltura più famosi d'America, ha concluso (30 anni fa!) che le emissioni di idrogeno solforato alle stesse dosi di quelle consentite dalla legge italiana, causa la morte dei vigneti. Bucare in lungo e largo l'Abruzzo significherà quasi sicuramente compromettere tutta la nostra agricoltura.
Una vista della Piana di Navelli
Una vista della Piana di Navelli
Il rapporto guadagno petrolifero/perdita agricoltura è infinitamente basso. Ad Ortona, il petrolio porterà a 30 posti di lavoro (l'ha detto l'Eni stessa) a fronte di 5000 famiglie nei vari comuni attorno alla proposta raffineria impiegate nell'agricoltura che perderanno il loro sostentamento, per non parlare del turismo e della pesca del luogo. Il petrolio abruzzese non è una risorsa per l'Abruzzo, ma per l'Eni. Non esiste un comune "petrolizzato" in Italia dove si vive bene con il petrolio: esplosioni a Trecate, petrolfiere inabissate a Genova, bimbi deformi a Gela, tumori fuori ogni limite a Falconara, inquinamento alle stelle a Melilli, Priolo, Augusta, Cremona, Falconara, Mantova, Sannazzaro, Sarroch, Marghera, Manfredonia.
Anche per quanto riguarda le famose royalties, facciamo pena. In Norvegia fra tasse locali e governative, devi lasciare l'80% del ricavato ai Norvegesi. In Italia, le tasse governative sono del 30% e poi agli Abruzzesi resterà l'1% della ricchezza estratta. Però se estrai al di sotto di un certo limite, paghi zero spaccato. Chi controlla il greggio estratto è l'estrattore stesso! Ai petrolieri si vuole regalare il 50% del territorio, compreso parte dei parchi nazionali e la costa. Su quei territori vive l'80% della gente d'Abruzzo. Un sondaggio fatto dal governo centrale mostra che il 75% degli abruzzesi è contrario alle trivelle. La terra non è dell'Eni ma degli Abruzzesi. Grazie ad altre opere già portate avanti (fra cui la centrale turbogas di Gissi), l'Abruzzo già produce più energia di quanto gli serva. Il petrolio non può coesistere con l'Abruzzo che conosciamo oggi.

Maria Rita D'Orsogna
Assistant Professor Department of Mathematics
California State University at Northridge Los Angeles CA

VALUTAZIONE AMBIENTALE ED ECONOMICA ( a cura del Wwf) - Un’oasi di bellezza tra il cemento che copre gran parte della costa abruzzese, con unicità botaniche, geologiche, faunistiche e storiche, è quella che si dispiega nel tratto litoraneo che va da Ortona a San Salvo. Un susseguirsi di falesie, calette, spiagge sabbiose e ghiaiose, interrotte dai famosi “trabocchi”, scheletri di legno magicamente sospesi tra la terra e il mare per pescatori poco avvezzi alle onde. A ridosso della costa le colline del Montepulciano da cui si ricava il pregiato vino, degno prodotto di un luogo anticamente chiamato “La terra d'oro“, per la ricchezza delle acque, la fertilità delle campagne e le bellezze paesaggistiche . Questo lembo di costa, miracolosamente salvatosi grazie al vecchio tracciato ferroviario- ora dismesso- sta scomparendo a ritmi vertiginosi sotto l'insipienza di gran parte dei nostri amministratori comunali, regionali e del Governo Nazionale, nonostante alcuni iniziali e importanti tentativi di salvaguardia. E' nel 2001 che inizia l'iter istitutivo del Parco della Costa Teatina mai portato a termine da nessun governo regionale che si è succeduto. Solo nel 2007 vengono istituite quattro piccole Riserve regionali nell’ambito di un Sistema di aree protette, che non riescono però a frenare la speculazione edilizia. Oggi la costa rischia anche la deriva idrocarburi: aumento costante delle perforazioni petrolifere in mare e in terra, previste dal Piano triennale energetico dell'attuale Ministero degli Affari Produttivi, l'incombente realizzazione di un Centro Oli (raffineria), momentaneamente sospesa grazie alla tenace opposizione di associazioni e comitati di cittadini, la prospettiva di un porto (Ortona) destinato all’industria petrolifera. Come non bastasse fiumi in condizioni disastrose, cementificazione che avanza inarrestabile, spiagge soffocate da stabilimenti e attrezzature balneari che fagocitano i residuali habitat dunali, tingono il futuro di questo specialissimo lembo di costa a tinte fosche.


25 settembre 2009 (ultima modifica: 28 settembre 2009)

fonte:
CORRIERE DELLA SERA.it

venerdì 25 settembre 2009

"Cartoline" per la Vega Oil spa

http://farm3.static.flickr.com/2625/3815411229_60076ed296.jpg

http://www.campeggievillaggi.it/foto/strutture/riparidigiobbe01.jpg

http://farm4.static.flickr.com/3288/2781947500_9db66e4f33.jpg

Petrolio. Caporale: (Verdi):«Chiodi e Berlusconi hanno mentito»

ORTONA. Petrolio e proteste sono destinati a tenere banco anche in questo inverno dopo le battaglie (poi vinte) dell’anno scorso di comitati ambientalisti e cittadini che sono riusciti a fermare la realizzazione del Centro Oli di Ortona.

Ora il prossimo grande problema, per chi vuole tutelare la costa teatina, è il pozzo Elsa 2 il cui progetto di perforazione a largo di Ortona è in fase di approvazione proprio in questi giorni.
Il presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio ha già fatto sapere che è disposto a portare avanti un tentativo di salvaguardare il territorio, insieme agli ambientalisti, ma solo nel caso in cui si useranno toni pacati e prevarrà il dialogo sulla protesta.
Oggi il capogruppo regionale dei Verdi Walter Caporale sferra l’attacco contro il presidente della Regione Gianni Chiodi e il presidente del Consiglio.
«L’Abruzzo», sostiene Caporale, «è nel mirino delle più grandi società petrolifere del globo in barba a tutti i cittadini abruzzesi che avevano dato credito a Berlusconi e Chiodi che, in occasione delle elezioni Regionali dello scorso anno, si erano manifestamente detti contrari alla petrolizzazione della regione».
Per Caporale quella promessa sarebbe stata tradita più volte: lo dimostrerebbero «la Finanziaria 2009 ed i decreti che individuano l’Abruzzo e la Calabria regioni a vocazione petrolifera», lo stesso progetto Elsa 2 e la bocciatura «di una mia risoluzione (marzo 2009) da parte della Giunta e del Consiglio di centrodestra, in cui chiedevo di attivare la procedura prevista per dichiarare decadute le autorizzazioni dei pozzi denominati “Bucchianico” e “Miglianico”, riguardanti il Petrolchimico denominato “Centro-Oli”, visto che alcune inadempienze dell’ENI ne davano l’opportunità».
Nei giorni scorsi alcuni comitati avevano denunciato la mancanza di dialogo tra i residenti del posto con il governatore che di certo non aiuta a distendere gli animi.
«Ho presentato una nuova risoluzione», fa sapere Caporale, «per impegnare la Regione a dire no al Progetto di estrazione di idrocarburi a largo di Ortona e un’interpellanza per sapere quali atti voglia porre in essere contro il Progetto Elsa2, e per sapere se il Presidente Chiodi voglia mantenere le promesse fatte ai cittadini abruzzesi in Campagna elettorale, quando era candidato alla presidenza della Giunta».

23/09/2009 14.50

fonte:
PrimaDaNoi.it

Petrolio. I comitati vogliono parlare con Chiodi, lui «rifiuta il dialogo»

CHIETI. Nei giorni scorsi il comitato Nuovo Senso Civico ha avuto insieme ad altri aderenti alla rete Emergenza Ambiente Abruzzo un incontro con il presidente della provincia di Chieti Enrico Di Giuseppantonio.

Soddisfazione da parte dei cittadini per essere stati finalmente interpellati (ed ascoltati) da un ente pubblico che dovrà decidere e muoversi nei prossimi mesi sulla questione petrolifera ma allo stesso tempo un duro attacco è stato diretto al presidente della Regione, Gianni Chiodi, «colpevole» di non aver mai chiesto un confronto con loro.
C’è comunque rinnovato fermento sull’argomento che ritorna d’attualità per nuove concessioni minerarie che vengono avviate nella nostra regione.
«Da quando si è casualmente scoperto il destino petrolifero della Regione Abruzzo», ha commentato Antonello Tiracchia, presidente del Movimento Nuovo Senso Civico, «è stata la prima volta che, un autorevole rappresentante delle Istituzioni abruzzesi, ha accolto la richiesta per un incontro con rappresentanti delle numerose Associazioni e Movimenti che si battono per impedire il declassamento della nostra Regione in distretto petrolifero».
Durante la riunione di oltre due ore, svoltasi in un’atmosfera di grande cordialità e collaborazione, il presidente della Provincia Di Giuseppantonio ha espresso le sue preoccupazioni per il permesso di ricerca al largo delle coste di Ortona richiesto dalla Vega Oil per il pozzo Elsa2 il cui processo di Valutazione di Impatto Ambientale è in fase di conclusione presso il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Mare.
Dopo avere ascoltato le ragioni dei comitati e dei propri collaboratori il presidente ha deciso di inviare al Ministero le osservazioni atte a fermare l'iter di concessione, creando così un precedente amministrativo e politico molto importante per il futuro non solo della Provincia ma dell’intera Regione Abruzzo.
Secondo alcuni tuttavia la strategia del neo presidente della Provincia sarebbe perdente e non avrebbe alcun impatto sulla procedura se non quello mediatico.
«La stessa sensibilità civile ed ambientale non sembra sinora appartenere al presidente della Regione Gianni Chiodi», ha detto Tiracchia, «che definisce talebani e nullafacenti i rappresentati degli oltre 30 mila (al momento) firmatari della petizione No All’Abruzzo del Petrolio.
Sono mesi che chiediamo un incontro senza ottenere risposta. Vogliamo ricordare come in democrazia le cose si fanno o non si fanno in base ad atti pubblici e proprio per questo motivo non possiamo accettare la sua evasiva presa di posizione sull’argomento petrolio».
Al prossimo incontro con Chiodi il movimento vorrebbe anche l'onorevole Daniele Toto, «di fatto il portavoce politico degli industriali ed imprenditori abruzzesi sostenitori di uno sviluppo sostenibile solo dell'economia di pochi e come tale costituito da pozzi, raffinerie e discariche».

21/09/2009 13.04

fonte:
PrimaDaNoi.it

giovedì 24 settembre 2009

Petrolio. Assoturismo presenta osservazioni al Ministero su Elsa 2



PETROLIO E PROTESTE. PESCARA. «Non possiamo accettare i rischi economici derivanti dall’apertura di nuovi pozzi in un’area in cui l’habitat ha un valore così strategico per lo sviluppo».


Lo afferma Daniele Zunica, presidente regionale di Assoturismo-Confesercenti, l’associazione di categoria che rappresenta oltre 1.200 imprese turistiche abruzzesi, e che ha inviato al ministero dell’Ambiente una serie di osservazioni in merito alla pronuncia di compatibilità ambientale relativa al progetto di perforazione del pozzo per idrocarburi «Elsa 2», presentato dalla società Vega Oil da posizionare a 6,5 chilometri dalla costa di Ortona, proprio davanti alla Riserva regionale dei Ripari di Giobbe.
«La tutela ambientale», dice Zunica nelle osservazioni al Ministero, «deve essere fatta dall’uomo e per l’uomo. In questa fase di ricostruzione dobbiamo cogliere l’occasione di ri-progettare secondo criteri di qualità e responsabilità, non limitandoci all’area aquilana e al comparto edile, ma ripensando le regole dello sviluppo in un’ottica di lungo periodo, in modo da tutelare anche le generazioni future».
Per l’associazione esiste un reale pericolo di incidenti associati all’estrazione e al trasporto petrolifero, «testimoniato da centinaia di episodi accaduti con regolarità fino ad oggi. Senza contare l’effettivo e più immediato inquinamento prodotto dalla perforazione dei pozzi per mezzo di fanghi chimici».
Oltre al pericolo di incidenti e all’eventuale costo economico, sociale ed ambientale che andrebbe nuovamente a gravare sulla comunità abruzzese, dice il presidente di Assoturismo-Confesercenti, «bisogna tener conto con dovuta attenzione dell’entità del danno all’immagine del marchio Abruzzo nel mondo. Non sarebbe solo il comparto turistico a perdere di credibilità ma più in generale tutto il mercato agroalimentare che ha posto la qualità e la genuinità dei prodotti (olio, vino, ecc) al centro degli investimenti commerciali e comunicazionali internazionali».
La vocazione ad essere Regione Verde è assolutamente incompatibile con l’attività di estrazione di idrocarburi, tuona l’associazione, e con il posizionamento di una piattaforma a 6,5 km dalla costa, chiaramente visibile dai turisti che normalmente arrivano in quest’area attratti dalla natura incontaminata e dalla suggestione dei trabocchi.
«La sua provvisorietà non è un elemento di giustificazione poiché se le ricerche dessero esiti positivi si presume che la piattaforma diventerebbe permanente».
Albergatori, balneatori e ristoratori sono fortemente preoccupati dunque per «il danno all’immagine turistica e al marchio Abruzzo, ingiustificato a fronte del 4% di royalties che le compagnie petrolifere saranno tenute a versare alla regione. La richiesta relativa al pozzo Elsa 2 ci preoccupa ancor più» sottolinea Zunica «alla luce del proliferare delle richieste di concessioni sia in terraferma che in mare».
In particolare desta preoccupazione l’avanzamento del progetto Ombrina Mare 2, sempre nell’area antistante la Costa dei Trabocchi, che in data 20 luglio ha ricevuto parere favorevole dal CIRM «e invito a presentare la VIA al Ministero dell’Ambiente».
Assoturismo-Confesercenti ricorda al Ministero che il Turismo costituisce il perno dell’economia regionale, con circa 7 mila imprese, 35 mila addetti, un fatturato di 1,6 miliardi di euro e incide sul Pil per oltre l’8 per cento, il 15 se si calcola anche l’indotto.
«Il suo valore attuale e potenziale» dice Assoturismo-Confesercenti «basta da solo a sconsigliare ogni avventatezza nelle scelte di sviluppo petrolifero della regione.
Nel VI Rapporto Ecotur (2008) si legge che nel 2007 le presenze complessive del turismo-natura in Italia sono state 95.917.153, solo nelle aree protette, con un fatturato globale di quasi 10 miliardi (9.894 milioni) pari al 10% circa dell’intero fatturato turistico nazionale, in aumento del 12,7 % rispetto a quello dell’anno precedente. Una percentuale che negli ultimi anni è divenuta una costante. Tra le regioni più battute dal turismo-natura, al primo posto c’è l’Abruzzo, seguito dal Trentino Alto Adige, Sardegna, Calabria e Toscana. In questo quadro la costa teatina si inserisce come punta di diamante.

IDV: «PIU’ CORAGGIO DA CHIODI E DI GIUSEPPANTONIO»

«Tutt’altro che scongiurato il pericolo petrolizzazione nel nostro territorio», ha commentato Eliana Menna, capogruppo dell’Idv alla Provincia di Chieti dopo al termine di una riunione con tutto il gruppo consiliare.
L’Idv ha fatto sapere che appoggerà «ogni azione politica e amministrativa che si intenderà prendere contro il progetto VegaOli ma dato che le competenze purtroppo sono tornate di appannaggio del Governo, è urgente una vera e forte azione politica nei confronti del Governo Berlusconi».
L’Italia dei Valori fa appello a Di Giuseppantonio, Gianni Chiodi e tutto il Governo Regionale «perché devono dimostrare di avere coraggio nel contrastare la compagnie petrolifere e i piani del Governo».

22/09/2009 12.00

fonte:
PrimaDaNoi.it

Petrolio, Di Giuseppantonio: «in campo per una battaglia prudente e chiara»



LA DOCUMENTAZIONE COMPLETA. CHIETI. Vertice in Provincia questa mattina: il presidente Di Giuseppantonio presenterà osservazioni negative sul progetto di ricerca petrolifera in mare “Elsa 2”.


Per parlare di petrolizzazione comitati e istituzioni intorno allo stesso tavolo. Dopo l’esperienza dei mesi scorsi con il no della “gente comune” alla realizzazione del Centro Oli di Ortona, adesso anche la politica coinvolge i cittadini per le decisioni più importanti del territorio.
Così stamattina il presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, insieme al consigliere provinciale Franco Moroni, ha ricevuto i rappresentanti delle associazioni ambientaliste e dei comitati dei cittadini contrari alla petrolizzazione della costa teatina.
Erano presenti Antonello Tiracchia, del comitato “Nuovo Senso Civico” e aderente anche al comitato “Natura Verde”, Alessandro Lanci, anch'egli di “Nuovo Senso Civico”, Tommaso Giambuzzi del WWF, Fabrizia Arduini del comitato “Emergenza Abruzzo”, che raccoglie circa settanta sigle di cittadini organizzati; Legambiente, per una indisposizione del suo rappresentante, è stata presente attraverso la dott.ssa Arduini, che si è tenuta in contatto con l'associazione.
Nel corso della riunione, è stato messo a punto uno schema di osservazione, tecnico e legislativo che il presidente Di Giuseppantonio trasmetterà al Ministero dell'Ambiente per opporsi alla realizzazione del pozzo per la ricerca di idrocarburi “Elsa 2”, che dovrebbe sorgere al largo delle coste di Ortona.
«Sono da sempre – ha spiegato Di Giuseppantonio nel corso della riunione – fermamente contrario alla petrolizzazione delle nostre coste e del nostro territorio: del resto, sono stato io il promotore, da dirigente dell'Anci e sindaco di Fossacesia, di un incontro di tutti i sindaci della costa abruzzese per dire un no forte, convinto e solenne al progetto del Centro Oli».
Il presidente ha anche detto che una battaglia «prudente e chiara» può portare maggiori benefici alla causa rispetto ad una sollevazione rumorosa e tumultuante. «Dobbiamo percorrere tutti insieme una strada giusta di responsabilità istituzionale».
La prima azione è quella di proporre un'osservazione motivata e articolata al Ministero dell'Ambiente, già allertato di questo passo ufficiale e al quale Di Giuseppantonio ha chiesto un incontro ufficiale.
Poi si farà una richiesta formale che si avvii il procedimento di concertazione previsto per legge: «lamentiamo», ha spiegato il presidente, «la mancanza quasi totale di collegamento tra istituzioni nazionali e locali in merito a questo progetto».
Infine Di Giuseppantonio proporrà al presidente della Regione, Gianni Chiodi, «che mi ha manifestato la sua piena sensibilità», l'apertura di un tavolo per giungere al più presto ad un Piano di Gestione Integrata della Costa, per stabilire un limite preciso alla possibilità di installazione in mare di piattaforme estrattive.
«Credo che con un sereno confronto e una pacata discussione», ha chiuso il presidente, «potremo arrivare a cogliere l'obiettivo che ci accomuna tutti: evitare l'arrivo di industrie che non sono compatibili con la nostra economia, il nostro territorio e la nostra vocazione agricola e turistica».

Intanto la Federazione Provinciale dei Verdi ha avviato il progetto “Petrolizzazione? Smontiamo un pozzo alla volta” invitando associazioni, cittadini e politici ad inviare un appello al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del mare in cui si chiede di proteggere la costa dalle perforazioni e dalla petrolizzazione.

Il Gruppo Verdi – Sd ha inviato immediatamente via fax la lettera di disapprovazione del progetto di perforazione che coinvolgerà nei prossimi mesi la costa ortonese.
«Presenterò a tal proposito un’Interrogazione per avere dal Presidente Chiodi chiarimenti a riguardo», ha detto Walter Caporale, «e per sapere come intenda mantenere la promessa fatta, schierandosi apertamente contro, in campagna elettorale, alle scorse elezioni regionali, in cui prometteva e rassicurava gli abruzzesi dalla minaccia della petrolizzazione, che interessa tutto il territorio abruzzese, la costa e il mare della nostra regione».

Maria Rita D’Orsogna, studiosa e attivista sul fronte del no, ha precisato che lo studio e le osservazioni presentate dalla Provincia sono stati redatti interamente da lei su richiesta dell’assessore Moroni.

TUTTE LE OSSERVAZIONI STILATE DA MARIA RITA D'ORSOGNA

18/09/2009 15.44

fonte:
PrimaDaNoi.it

giovedì 10 settembre 2009

Valutazione Impatto Ambientale pozzo esplorativo Elsa2 a ORTONA


Documentazione ELSA 2

Ringrazio Ing. Danilo D'Orsogna per aver messo a disposizione il server come contenitore di tutte le informazioni relative al progetto di VIA (Valutazione Impatto Ambientale) della Vega Oil spa e tutte le OSSERVAZIONI fatte da liberi cittadini, istituti pubblici e privati.


il pozzo esplorativo "Elsa 2" si trova all'interno del titolo minerario B.R268.RG
di cui la Vega Oil spa ha il 60% e la Petroceltic Elsa ha il restante 40%.
per maggiori informazioni QUI

Un ringraziamento particolare a tutti quelli di EAA

clicca sull'immagine per ingrandirla

lunedì 7 settembre 2009

DUE DOMANDE A DI GIUSEPPANTONIO



Le OSSERVAZIONI a un dato progetto ( quello della Vega Oil spa per il pozzo "elsa 2" a Ortona ) si fanno prima che il Ministro decida di dare il parere positivo o negativo a quel progetto, quindi è inutile ricorrere al TAR per un progetto che ancora non è stato dato un parere, infatti, le OSSERVAZIONI servono proprio a questo, a informare al Ministro che ci sono dei pareri espressi da istituzioni e/o cittadini riguardanti un determinato progetto che interessa il loro territorio.


Presidente Enrico Di Giuseppantonio
informarsi un pò di più no, eh...?

mercoledì 2 settembre 2009

Risposta dal segretario del presidente Enrico Di Giuseppantonio

Dal blog della prof.ssa Maria rita D'Orsogna:

Pubblico la risposta che mi e' arrivata oggi da parte del Capo ufficio stampa della provincia di Chieti, Antonello Antonelli, da parte del presidente della provincia, Enrico di Giuseppantonio.


Gent.ma prof.ssa D'Orsogna,

non stiamo ignorando assolutamente ne' i suoi appelli ne' quelli dei cittadini che ci chiedono di intervenire. Subito dopo la ricezione della sua missiva, abbiamo attivato tutti i nostri canali e contattato alcuni comitati che sono con lei per il no alla petrolizzazione dell'Abruzzo per avere un quadro completo della situazione e poter elaborare con tutta la necessaria accuratezza le nostre controdeduzioni da inviare agli uffici competenti.

L'amministrazione provinciale non e' un comitato di cittadini, ha regole e procedure da seguire ne' puo' sparare nel mucchio senza un'adeguata informazione, che provenga da tutti gli attori in campo. Le abbiamo assicurato un intervento entro i tempi prestabiliti, con
la sua mail dimostra di non fidarsi della nostra parola. Avrei capito la sua reazione stizzita il 27 settembre, ma non oggi, a piu' di tre settimane dalla scadenza dei termini.

Comprendo bene la sua premura, vista la battaglia che da tempo lodevolmente sta combattendo, ma indirizzare alla Provincia un sollecito in forma piu' discreta sarebbe stato piu' corretto. La terro' informata sulle nostre iniziative in materia.

Cordiali saluti e buon lavoro.