venerdì 25 settembre 2009

Petrolio. I comitati vogliono parlare con Chiodi, lui «rifiuta il dialogo»

CHIETI. Nei giorni scorsi il comitato Nuovo Senso Civico ha avuto insieme ad altri aderenti alla rete Emergenza Ambiente Abruzzo un incontro con il presidente della provincia di Chieti Enrico Di Giuseppantonio.

Soddisfazione da parte dei cittadini per essere stati finalmente interpellati (ed ascoltati) da un ente pubblico che dovrà decidere e muoversi nei prossimi mesi sulla questione petrolifera ma allo stesso tempo un duro attacco è stato diretto al presidente della Regione, Gianni Chiodi, «colpevole» di non aver mai chiesto un confronto con loro.
C’è comunque rinnovato fermento sull’argomento che ritorna d’attualità per nuove concessioni minerarie che vengono avviate nella nostra regione.
«Da quando si è casualmente scoperto il destino petrolifero della Regione Abruzzo», ha commentato Antonello Tiracchia, presidente del Movimento Nuovo Senso Civico, «è stata la prima volta che, un autorevole rappresentante delle Istituzioni abruzzesi, ha accolto la richiesta per un incontro con rappresentanti delle numerose Associazioni e Movimenti che si battono per impedire il declassamento della nostra Regione in distretto petrolifero».
Durante la riunione di oltre due ore, svoltasi in un’atmosfera di grande cordialità e collaborazione, il presidente della Provincia Di Giuseppantonio ha espresso le sue preoccupazioni per il permesso di ricerca al largo delle coste di Ortona richiesto dalla Vega Oil per il pozzo Elsa2 il cui processo di Valutazione di Impatto Ambientale è in fase di conclusione presso il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Mare.
Dopo avere ascoltato le ragioni dei comitati e dei propri collaboratori il presidente ha deciso di inviare al Ministero le osservazioni atte a fermare l'iter di concessione, creando così un precedente amministrativo e politico molto importante per il futuro non solo della Provincia ma dell’intera Regione Abruzzo.
Secondo alcuni tuttavia la strategia del neo presidente della Provincia sarebbe perdente e non avrebbe alcun impatto sulla procedura se non quello mediatico.
«La stessa sensibilità civile ed ambientale non sembra sinora appartenere al presidente della Regione Gianni Chiodi», ha detto Tiracchia, «che definisce talebani e nullafacenti i rappresentati degli oltre 30 mila (al momento) firmatari della petizione No All’Abruzzo del Petrolio.
Sono mesi che chiediamo un incontro senza ottenere risposta. Vogliamo ricordare come in democrazia le cose si fanno o non si fanno in base ad atti pubblici e proprio per questo motivo non possiamo accettare la sua evasiva presa di posizione sull’argomento petrolio».
Al prossimo incontro con Chiodi il movimento vorrebbe anche l'onorevole Daniele Toto, «di fatto il portavoce politico degli industriali ed imprenditori abruzzesi sostenitori di uno sviluppo sostenibile solo dell'economia di pochi e come tale costituito da pozzi, raffinerie e discariche».

21/09/2009 13.04

fonte:
PrimaDaNoi.it

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