domenica 9 agosto 2009

LETTERA APERTA AI PARLAMENTARI ELETTI DAGLI ABRUZZESI.

Questo il testo della lettera che le associazioni ambientaliste hanno inviato ai parlamentari abruzzesi per chiedere un loro intervento al fine di impedire la realizzazione del Centro Oli di Ortona.

Al Senato

Fabrizio Di Stefano
Giovanni Legnini
Franco Marini
Alfonso Mascitelli
Andrea Pastore
Filippo Piccone
Paolo Tancredi

Alla Camera dei Deputati

Ferdinando Adornato
Sabatino Aracu
Carla Castellani
Marcello De Angelis
Giovanni Dell’Elce
Vittoria D’Incecco
Augusto Di Stanislao
Tommaso Ginoble
Giovanni Lolli
Paola Pelino
Maurizio Scelli
Lanfranco Tenaglia
Daniele Toto
Livia Turco

I Comitati locali ed il movimento ambientalista hanno per primi evidenziato i pericoli derivanti dalla realizzazione del Centro Oli ad Ortona.
Da quel primo allarme, il movimento è cresciuto ed ha continuato a lavorare, evidenziando come – secondo i dati ufficiali forniti dal Ministero dello Sviluppo Economico – il territorio di 221 comuni abruzzesi su 305 sono oggi interessati dalla ricerca e dalla coltivazione di gas e petrolio (quest’ultimo “amaro”, altamente corrosivo e di bassa qualità).
Oltre il 49% dell’Abruzzo (compresi i parchi nazionali) e 5.600 kmq di mare antistante le nostre coste sono interessati da tali attività che saranno accompagnate dalla creazione di oleodotti, raffinerie (centri oli) e desolforatori in mare.
In maniera assolutamente casuale siamo così venuti a conoscenza che l’Abruzzo è destinato a diventare un distretto minerario.
Di punto in bianco, qualcuno, senza preoccuparsi minimamente di confrontarsi con la società abruzzese, ha deciso di modificare per sempre la storia e le vocazioni della nostra regione.
Purtroppo dobbiamo osservare come da parte della maggior parte di Voi non vi sia stata alcuna presa di posizione tesa, se non a contrastare, perlomeno ad illustrare e giustificare tali scelte.
Il movimento per un Abruzzo libero dal petrolio ha avviato una campagna informativa in tutte le piazze dei comuni abruzzesi anche attraverso una petizione che chiede a chiare lettere di fermare la deriva petrolifera che sembra poter investire la nostra regione.
Siamo fortemente preoccupati per il Vostro silenzio e per la poca operosità su questo tema ed è per questo che chiediamo pubblicamente le Vostre singole posizioni e le azioni concrete che avete realizzato e che intendete realizzare, affinché venga fermata quella che noi riteniamo un’autentica devastazione dell'intero territorio per i seguenti motivi:

1. L’Abruzzo è la regione verde d'Europa e le estrazioni petrolifere non sono compatibili con questa particolare e straordinaria specificità che attraverso anni di fatica e impegni economici si è voluto potenziare.

2. L’Abruzzo è una regione ricca di falde acquifere sotterranee (preziosa riserva d'acqua per noi e le generazioni future) e come voi saprete esiste una vasta bibliografia, in cui si spiega come le perforazioni per idrocarburi possano essere un potenziale e terribile rischio di inquinamento delle stesse.

3. Per la nostra regione le royalties delle attività estrattive di idrocarburi sono assolutamente insignificanti, sia sotto il profilo occupazionale che economico, mentre i danni alla salute, all’ambiente e alle attività agricole,vitivinicole e turistiche fondanti la nostra economia sarebbero devastanti, come ci insegna la vasta bibliografia sui distretti minerari italiani e stranieri, così come sarà devastante l’impatto sul patrimonio immobiliare dei singoli cittadini e degli enti nelle aree strettamente interessate.

4. L’Abruzzo, proprio per le sue caratteristiche ambientali si presta a sviluppare le fonti energetiche alternative ed investire sull’ottimizzazione e sul risparmio energetico: una scelta, peraltro, che tutti i Paesi dovranno compiere anche per rispondere agli impegni presi a livello internazionale sulla riduzione delle emissioni di gas climalteranti in atmosfera.

5. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia nello studio inerente le ricerche petrolifere in Val D’Agri, il cui territorio è a rischio sismogenetico come il nostro, spiega chiaramente come le perforazioni legate alla ricerca ed alla coltivazione degli idrocarburi aumentino l’incidenza del suddetto rischio (R = valore X vulnerabilità X pericolosità).

Restiamo in attesa di un Vs. riscontro che crediamo un atto dovuto ai cittadini che siete stati chiamati a rappresentare.

Maria Rita D'Orsogna docente Fisica Un. Columbia Los Angeles
per la Rete EmergenzAmbienteAbruzzo
Dante Caserta Consigliere nazionale WWF
Angelo Di Matteo Presidente regionale Legambiente

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