Quello che stiamo attraversando è senz’altro uno dei periodi più nefasti per la nostra Regione. Infatti, passo dopo passo l’Abruzzo si avvia tristemente a trasformarsi in distretto petrolifero.
Il disegno di legge 1195, approvato definitivamente al Senato il 9 luglio scorso e prossimo alla pubblicazione, spiana la strada alle compagnie petrolifere che potranno ora contare su procedimenti autorizzativi spediti e senza ostacoli.
Tutto questo, unito ad una legislazione fiscale di assoluto favore per le compagnie petrolifere, al pressoché inesistente livello di controlli ambientali ed alla modestissima entità delle compensazioni ambientali, fa sì che l’Abruzzo sia oggi la futura Terra Promessa dei petrolieri.
Artefice di tutto questo è la cattiva politica, quella che non si cura degli interessi e dei diritti dei cittadini, e che ha firmato una delega in bianco ai Signori dell’oro nero.
Nel corso di un incontro svoltosi mercoledì scorso a Cupello, in merito alla concreta prospettiva di un Abruzzo petrolizzato, un Chiodi molto imbarazzato pare abbia detto: “Tra 10 anni vedrete che non sarà successo niente. Questa è una prospettiva falsa. Non capisco perché vi siete fissati”.
Evidentemente il nostro Presidente non era stato informato che giusto 48 ore prima la VEGA OIL, già titolare di un permesso di ricerca in terraferma (Civitaquana–area 399,99 kmq.) e di un permesso di ricerca in mare in un’area di 76 kmq. posta nel tratto di mare compreso tra Francavilla ed Ortona, aveva fatto pubblicare un avviso di richiesta di pronuncia di compatibilità ambientale relativo ad nuova campagna di ricerca da attuarsi mediante un nuovo pozzo esplorativo visibile ed a pochi chilometri dalla costa. Il Presidente Chiodi inoltre non sa che i piani di sviluppo in Abruzzo di Mog e Petroceltic si stano concretizzando grazie al rilascio di alcune importanti concessioni e non è al corrente di tutta una serie di prese di posizioni ufficiali di Assomineraria (Vedi articolo allegato) circa l’insufficiente sfruttamento delle risorse presenti nel sottosuolo nazionale.
Registriamo un silenzio trasversale rispetto alla domanda da noi posta circa l’effettivo impiego delle compensazioni ambientali versate negli anni a Stato e Regione dalle compagnie petrolifere. Rospo Mare genera royalties dal 1982 eppure TUTTI fingono di non sentire o di non sapere.
Silenzio anche rispetto alla nostra proposta di finalizzare l’impiego di queste risorse alla realizzazione di un sistema di controllo ambientale in continuo che sia in grado di dirci, in modo immediato e trasparente, quali sono gli impatti generati dalle attività della filiera del petrolio nella nostra regione; di un sistema di monitoraggio la cui gestione non può essere affidata né al Ministero dell’Ambiente –di cui un’emanazione diretta, l’ICRAM, ha curato studi di impatto ambientale commissionati dall’ENI- né alla Regione Abruzzo, passata alla storia per ben 16 provvedimenti amministrativi a favore del petrolchimico di Ortona.
Bensì ad un organismo paritetico “terzo”, presieduto da personalità del mondo della medicina autorevole e slegata da rapporti professionali con amministrazioni statali e regionali, ed in cui devono essere presenti, con funzione di controllo e garanzia, anche i Comitati e le associazioni di cittadini.
COMITATO NATURA VERDE – Nino di Bucchianico
IMPRONTE – Enrico Gagliano
Il disegno di legge 1195, approvato definitivamente al Senato il 9 luglio scorso e prossimo alla pubblicazione, spiana la strada alle compagnie petrolifere che potranno ora contare su procedimenti autorizzativi spediti e senza ostacoli.
Tutto questo, unito ad una legislazione fiscale di assoluto favore per le compagnie petrolifere, al pressoché inesistente livello di controlli ambientali ed alla modestissima entità delle compensazioni ambientali, fa sì che l’Abruzzo sia oggi la futura Terra Promessa dei petrolieri.
Artefice di tutto questo è la cattiva politica, quella che non si cura degli interessi e dei diritti dei cittadini, e che ha firmato una delega in bianco ai Signori dell’oro nero.
Nel corso di un incontro svoltosi mercoledì scorso a Cupello, in merito alla concreta prospettiva di un Abruzzo petrolizzato, un Chiodi molto imbarazzato pare abbia detto: “Tra 10 anni vedrete che non sarà successo niente. Questa è una prospettiva falsa. Non capisco perché vi siete fissati”.
Evidentemente il nostro Presidente non era stato informato che giusto 48 ore prima la VEGA OIL, già titolare di un permesso di ricerca in terraferma (Civitaquana–area 399,99 kmq.) e di un permesso di ricerca in mare in un’area di 76 kmq. posta nel tratto di mare compreso tra Francavilla ed Ortona, aveva fatto pubblicare un avviso di richiesta di pronuncia di compatibilità ambientale relativo ad nuova campagna di ricerca da attuarsi mediante un nuovo pozzo esplorativo visibile ed a pochi chilometri dalla costa. Il Presidente Chiodi inoltre non sa che i piani di sviluppo in Abruzzo di Mog e Petroceltic si stano concretizzando grazie al rilascio di alcune importanti concessioni e non è al corrente di tutta una serie di prese di posizioni ufficiali di Assomineraria (Vedi articolo allegato) circa l’insufficiente sfruttamento delle risorse presenti nel sottosuolo nazionale.
Registriamo un silenzio trasversale rispetto alla domanda da noi posta circa l’effettivo impiego delle compensazioni ambientali versate negli anni a Stato e Regione dalle compagnie petrolifere. Rospo Mare genera royalties dal 1982 eppure TUTTI fingono di non sentire o di non sapere.
Silenzio anche rispetto alla nostra proposta di finalizzare l’impiego di queste risorse alla realizzazione di un sistema di controllo ambientale in continuo che sia in grado di dirci, in modo immediato e trasparente, quali sono gli impatti generati dalle attività della filiera del petrolio nella nostra regione; di un sistema di monitoraggio la cui gestione non può essere affidata né al Ministero dell’Ambiente –di cui un’emanazione diretta, l’ICRAM, ha curato studi di impatto ambientale commissionati dall’ENI- né alla Regione Abruzzo, passata alla storia per ben 16 provvedimenti amministrativi a favore del petrolchimico di Ortona.
Bensì ad un organismo paritetico “terzo”, presieduto da personalità del mondo della medicina autorevole e slegata da rapporti professionali con amministrazioni statali e regionali, ed in cui devono essere presenti, con funzione di controllo e garanzia, anche i Comitati e le associazioni di cittadini.
COMITATO NATURA VERDE – Nino di Bucchianico
IMPRONTE – Enrico Gagliano
fonte:
TeramoNews
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