venerdì 8 maggio 2009

Scaroni (Eni):«il Centro oli di Ortona non lo faremo»



L’AQUILA. «Non lo faremo». Più in alto di così forse non si può. L’assicurazione arriva dall’amministratore delegato dell'Eni, Paolo Scaroni, che alla domanda di un giornalista sulla realizzazione del centro oli di Ortona ha chiarito definitivamente quanto era già stato minacciato in passato.


«La nostra decisione di investire nel Centro di ricerca dell'Aquila - ha aggiunto Scaroni - non ha niente a che vedere con il centro oli di Ortona, anche perche' la nostra decisione di rinunciarvi e' precedente».
Infatti l’Eni ha siglato oggi un protocollo d'intesa per la progettazione e costruzione di un Centro di ricerca presso la citta' dell'Aquila e l'elaborazione di un progetto di fattibilita' per la realizzazione di una centrale di teleriscaldamento, sempre presso la citta' abruzzese.
La firma, presso la scuola della Guardia di Finanza di Coppito, e' avvenuta alla presenza del ministro dell'Istruzione, dell'Universita' e della Ricerca, Mariastella Gelmini, il Rettore dell'Universita' dell'Aquila, Ferdinando Di Orio, il presidente e l'amministratore delegato di Eni, Roberto Poli e Paolo Scaroni.
Secondo il protocollo, inoltre, Eni accogliera' per tre anni nelle proprie strutture di ricerca 50 tra dottorandi e ricercatori dell'Universita' dell'Aquila per consentire la continuazione delle attivita'.
I programmi e le attivita' che i ricercatori ospitati svolgeranno presso le strutture Eni saranno concordate con le direzioni dell'Ateneo.
L'ospitalita' comprendera' trasferimento, vitto, alloggio e accesso ai laboratori Eni, nonche' la possibilita' di borse di studio o contratti a progetto 'ad hoc' da parte di Eni.
Il nuovo Centro di ricerca, che verra' realizzato da Eni per l'Universita' dell'Aquila e sara' focalizzato principalmente su energia e ambiente, sara' dotato di una casa alloggio per ricercatori e studenti dalla capacita' di 100 posti.
La struttura, che sorgera' su un'area di circa 7.500 metri quadrati, ospitera' 50 laboratori, oltre ad aree tecniche, aule e uffici e sara' realizzata utilizzando tecnologie sostenibili e fonti energetiche rinnovabili.
Lo studio di fattibilita' per la centrale di teleriscaldamento, destinata alla citta' dell'Aquila, sara' ad alta sostenibilita' ambientale e sara' condotto da Enipower congiuntamente con l'Ateneo del capoluogo abruzzese.
L'eventuale realizzazione della centrale, qualora lo studio di fattibilita' dimostri la sostenibilita' tecnico-economica dell'iniziativa, sara' avviata previo ottenimento delle autorizzazioni necessarie.
L'impianto sara' alimentato da gas naturale e biomasse, che contribuiranno con una potenza termica complessiva di 120 megawatt termici (di cui 10 derivanti da biomasse e il resto da gas naturale).
Con questo progetto - e' stato spiegato - Eni intende contribuire con risorse umane, finanziare e strutturali alla ripresa e al rilancio delle attivita' di ricerca dell'Ateneo dell'Aquila che in conseguenza del sisma dello scorso 6 aprile ha subito gravi danni, tali da compromettere la continuazione delle attivita' didattiche e di ricerca.
Il progetto, volto prevalentemente a sostenere e valorizzare i ricercatori e le attivita' dell'Universita' abruzzese, rientra nel costante impegno di Eni per la sostenibilita' dello sviluppo e dell'energia, che implica la realizzazione di iniziative concrete per mettere in condizione i territori in cui la compagnia opera di svilupparsi in modo autonomo e sostenibile.
Quanto potrebbe costare tale investimento?
«20 milioni di euro», ha detto Scaroni.
«Cerchiamo di fare qualche cosa che traguardi il futuro e valorizzi quello che Eni sa e puo' fare», ha aggiunto, «e che sia anche qualche cosa che costruisca su quanto oggi c'e' a L'Aquila guardando al futuro».
«L'idea - ha proseguito Scaroni - e' nata da queste considerazioni. Ci siamo detti 'L'Aquila ha una universita' prestigiosa, un'universita' che e' il centro della citta' e che va consolidata e potenziata per il futuro'. In particolare - ha detto- ha delle facolta' scientifiche che svolgono attivita' didattica e di ricerca che sono molto rilevanti per Eni e mi riferisco a Scienze, Biotecnologie e Ingegneria. I centri di ricerca attualmente presenti nell'ateneo aquilano sono danneggiati e quindi abbiamo costruito un progetto che prevede di ospitare, da subito, 50 ricercatori nei nostri due centri di ricerca di Novara e Milano, in modo che possano continuare la loro attivita'. Nel frattempo costruiremo a L'Aquila, intesa con l'Universita', un centro di ricerca nuovo, affiancato da una residenza per ricercatori e studenti: insomma una casa dello studente e del ricercatore che abbia almeno cento posti letto. Questa struttura - ha osservato Scaroni - quando sara' pronta ricevera' i ricercatori che nel frattempo sono stati ospitati a Novara e Milano. Tutto questo - ha concluso - nel quadro di un'intesa tra Eni e Universita' de L'Aquila per attivita' di ricerca e quindi anche per dividere insieme i risultati nei nostri settori specifici del petrolio, delle rinnovabili e del gas».

08/05/2009 18.41

fonte:
PrimaDaNoi

MA CHE BELLA NOTIZIA!!!
CHISSÀ COSA VORRÀ IN CAMBIO IL NOSTRO BENEFATTORE ???
SEMBRA INCREDIBILE, HO ASPETTATO UN BEL PÒ DI TEMPO PRIMA DI MODIFICARE QUESTO POST ( OGGI SIAMO AL 21 MAGGIO 2009 ), CON LA SPERANZA CHE QUI DA NOI QUALCUNO INDAGASSE A FONDO SU QUESTA NOTIZIA, NESSUNO L'HA FATTO TRANNE LA TENACE MARIA RITA D'ORSOGNA NEL SUO BLOG CHE POTETE LEGGERE QUI A LEI VA IL MIO RINGRAZIAMENTO.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Chissà cosa c’è sotto. La cosa più preoccupante è che quei terreni sono dell’ENI (quelli ad Ortona). Comunque si deve fare molta più informazione, la gente per esempio non sa e ne immagina cosa stanno organizzando per il mare d’Abruzzo, se vanno in porto le piattaforme/raffinerie il nostro mare/turismo andranno a morire. Il PROBLEMA non è stato risolto anzi adesso ci dobbiamo aspettare qualche sorpresa dall’ENI, e non solo visto che ci sono altre società interessate a questo business.