Questo BLOG nasce con l'intento di essere una bacheca delle informazioni aggiornate per quanto riguarda la petrolizazione della regione Abruzzo, nel tentativo di contrastare l'informazione che non c'è nei media tradizionali, con la speranza di contribuire a fermare questa corsa scellerata verso la distruzione della "Regione Verde d'Europa".
venerdì 26 febbraio 2010
...e i nostri POLITICI cosa FANNO? NULLA !!!
BARI - Il Tar di Lecce ha ordinato lasospensiva del decreto ministeriale per lavori preliminari relativi alla ricerca di idrocarburi nel mare pugliese. Ne dà notizia l’assessore regionale all’Ecologia, Onofrio Introna: la Regione Puglia, infatti, insieme col Comune di Fasano (Brindisi) si era associata al ricorso presentato dal Comune di Ostuni (Brindisi) contro un provvedimento del ministero dell’Ambiente riguardante la compatibilità ambientale di lavori preliminari per l’estrazione di idrocarburi in favore della società britannica Northern Petroleum.
Per il Tar – dice Introna – “il procedimento di compatibilità ambientale è culminato nell’adozione di provvedimenti ministeriali che sembrano avere disatteso alcuni considerevoli profili di criticità”. Tra questi – riferisce Introna – “è stato sottovalutato il carattere inquinante della tecnica di prospezione geofisica denominata 'Air Gun’, un metodo di ricerca del petrolio. Non sono state valutate, per il Tar, altre alternative tecnicamente praticabili”.
Introna sottolinea che “questa tecnica di ricerca, secondo il Tar, non tiene in considerazione i danni che subirebbero alcune specie marine, come i cetacei. “La decisione del Tar - prosegue l’assessore regionale – mette in luce anche una omessa valutazione dei pregiudizi che l’attività di ricerca petrolifera può creare per le attività produttive attraverso le quali si manifesta la vocazione del territorio costiero, dalla pesca alla balneazione”.
Infine, Introna mette in rilievo che “nella decisione del Tar ha influito la mancata nomina di un rappresentante regionale nell’ambito della Commissione tecnica di Verifica di impatto ambientale, segno della non considerazione da parte del ministero dell’interesse dell’Ente territoriale”.
ORE 15.11 - AMATI: GRANDE VITTORIA
Rappresenta ''una grande vittoria per l'intero territorio regionale” la decisione del Tar di Lecce di sospendere il provvedimento con il quale il ministero dell’Ambiente si è pronunciato positivamente sulla compatibilità ambientale di lavori preliminari alla attività di estrazione di idrocarburi in favore della società Northern Petroleum. Lo afferma l’assessore regionale alle Opere Pubbliche, Fabiano Amati. “Accogliendo il principio di prevenzione, – afferma Amati – permette una tutela anticipata nei confronti dei rischi di disastro ambientale e individua, già in questa fase, l'illegittimità dell’azione di questo governo nazionale contro la quale tutti i Comuni interessati si sono fortemente battuti”.
“Continueremo incessantemente – afferma Amati – a difendere le nostre coste e le attività ad esse connesse, non abbasseremo mai la guardia e staremo sempre al fianco di tutti i cittadini pugliesi che stanno lottando per difendere la propria terra, le sue inestimabili bellezze e le attività economiche tipiche della zona”. “La voglia di custodire il nostro territorio – ha concluso l’assessore alle Opere Pubbliche – è in noi troppo forte per non poter gioire per questa ordinanza e per non poter trovare in questa decisione del Tar Lecce la forza e la voglia di continuare la nostra battaglia”.
ORE 18.53 - TOMASELLI (PD): STOP TAR LECCE A RICERCHE PETROLIO IMPORTANTE SUCCESSO
“L'ordinanza con cui il Tar Lecce ha deciso di sospendere il provvedimento del Ministero dell’Ambiente, con cui si autorizzavano le ricerche per attività di estrazione di idrocarburi nel mare di fronte alle coste tra Bari e Brindisi, è un primo importante successo delle comunità locali e delle loro istituzioni che si sono opposte fermamente nelle scorse settimane a tale iniziativa”. Lo afferma, in una nota, il senatore pugliese del Partito Democratico, Salvatore Tomaselli. “Le motivazioni dell’ordinanza - aggiunge - comprendono pienamente i rischi per l’ambiente ed il paesaggio di una così improvvida iniziativa ad opera della Northern Petroleum che ha trovato adesione nel procedimento presso il Ministero dell’Ambiente”.
“Va dato atto - prosegue Tomaselli - della lungimiranza e della puntualità con cui, per primi, il sindaco Domenico Tanzarella e l’amministrazione comunale di Ostuni hanno impugnato il provvedimento interpretando pienamente i sentimenti dei tanti giovani e dei tanti cittadini che nelle scorse settimane, prima a Monopoli e poi a Ostuni, hanno manifestato contro le ricerche petrolifere”.
“Alla luce delle motivazioni addotte dal Tar Lecce riproporrò - annuncia Tomaselli- con forza nei prossimi giorni al Ministero dell’Ambiente quanto già chiesto con una interrogazione urgente sulla questione nei mesi scorsi: l’immediata convocazione di una Conferenza di servizi sul procedimento aperto alla partecipazione delle istituzioni locali, finora non coinvolte, e la conseguente revoca delle autorizzazioni concesse alla Northern Petroleum. “Per giungere a tale risultato che possa definitivamente sventare che si consumi un vero e proprio sopruso ai danni di una delle coste più prestigiose del paese intero - conclude il senatore - non dovrà venire meno l’impegno solidale delle istituzioni locali e, insieme, la mobilitazione delle comunità e dei giovani”.
25 Febbraio 2010
fonte: lagazzettadelmezzogiorno.it
grazie a Fabrizio Carletta per la segnalazione.
mercoledì 24 febbraio 2010
DISASTRO AMBIENTALE NEL LAMBRO - LOMBARDIA
per aggiornamenti andate qui
Legambiente: "nessuna comunicazione"
martedì 9 febbraio 2010
la diga di BOMBA come la diga del VAJONT ?
molto più dettagliate e approfondite
visitate il sito:
immagine: SvagoeDintorni.com
presso la sala consiliare del Comune di Cupello
il video: 15 gennaio 2010
Le principali riserve e produzioni della Forest Oil Corporation si trovano in Nord America, sia negli Stati Uniti che in Canada.
La Compagnia è inoltre presente in attività di esplorazione e sviluppo in Gabon e Sud Africa.
(aggiornato al 7 maggio 2008)
Come sempre troverete dal Ing. Lorenzo Luciano un interessante sintesi della situazione di Bomba nel suo blog qui e anche qui.
Io mi limiterò solo a estendere la ricerca sui documenti disponibili nel web per quanto riguarda quelli passati e quelli che insistono tutt'oggi.
I dati e mappe a seguire sono proprietà del Ministero dello Sviluppo Economico - UNMIG
Io mi limito solo a presentarli in maniera lineare.
VIDEPI (in aggiornamento)
|
Presentata istanza di concessione di coltivazione COLLE SANTO
pubblicata nel B.U.I.G. Anno LIII - N. 3.
Titolari e relative quote di partecipazione
|
Coordinate geografiche dei vertici
|
Provvedimenti
|
Regioni e province in cui il titolo ricade (superfici parziali)
ABRUZZO (35,72 Kmq) | Chieti (35,72 Kmq) |
Pozzi perforati nel titolo |
"MONTE PALLANO 001 DIR"
poi questo permesso di ricerca si è trasformato nella seguente istanza di concessione che oggi si chiama COLLE SANTO
come si legge dal Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e della Geotermia BUIG a questo link a pagina 11 del pdf e che riporto qui sotto:
|
Coordinate geografiche dei vertici
|
Provvedimenti amministrativi
|
La mappa dell'istanza di concessione di coltivazione denominata COLLE SANTO:
a che fare con la realtà dei fatti.
Mi riferisco ai pozzi di cui sopra chiamati "MONTE PALLANO",
che nulla hanno a che fare con questo nome, perchè si riferiscono
a un Parco Archeologico Naturalistico e non certamente a dei
POZZI PETROLIFERI.
per saperne di più sul parco MONTE PALLANO andate
qui
a disposizione di tutti indistintamente a
scopo informativo e divulgativo.
FATENE BUON USO!
molto più dettagliate e approfondite
visitate il sito:
Gestione Partecipata Territorio
domenica 7 febbraio 2010
sabato 6 febbraio 2010
Il governo: no alla legge anti-pozzi
PESCARA. Il governo ha impugnato davanti alla Corte costituzionale la legge regionale che limita gli interventi di ricerca ed estrazione di idrocarburi in Abruzzo e che blocca in particolare la realizzazione del Centro Oli dell’Eni a Ortona, l’i mpianto di prima raffinazione del greggio estratto dai pozzi abruzzesi.
È la seconda volta che il governo blocca una legge della Regione su questo argomento. È la stessa avvocatura dello Stato a ricordarlo citando la legge regionale 14/2008, approvata all’u nanimità dal consiglio regionale e impugnata dall’esecutivo nazionale (si tratta della legge che bloccava fino al 31 dicembre 2009 la realizzazione del Centro oli).
Per il governo la nuova legge 32/2009 di iniziativa della giunta Chiodi e approvata il 18 decembre scorso dal Consiglio regionale riproduce tutte illegittimità della 14/2008.
La legge vieta nello specifico qualsiasi ricerca o estrazione di idrocarburi nelle «aree protette naturali e marine», nelle «aree sottoposte ai vincoli dei beni ambientali o ricadenti nel Piano paesaggistico», nei «Siti di interesse comunitario (Sic)» e «nelle Zone di protezione speciale (Zps) e negli altri siti di interesse naturalistico», nelle aree che rientrano «nelle categorie di pericolosità elevata e molto elevata e nelle classi di rischio elevato e molto elevato del Piano regionale per l’assetto idrogeologico»; nelle «aree sismiche classificate come “zona 1” e “ zona 2” individuate dalla Regione, nelle «aree agricole destinate alle coltivazioni ed alle produzioni vitivinicole, olivicole, frutticole di pregio, docg, doc, igt, dop».
Si tratta di un fuoco di sbarramento contro le attività petrolifere che il governo ha dunque respinto al mittente, come ha fatto con la legge del Molise che ha limitato gli impianti eolici (la Corte Costituzionale ha accolto l’opposizione del governo) e come sta facendo con le leggi regionali di Campania, Puglia e Basilicata contro la realizzazione di centrali nucleari.
La tesi centrale del governo è che le «attività industriali relative al settore idrocarburi sono da inquadrare nel settore della produzione di fonti di energia, che è materia regolata dal diritto comunitario», e «da norme statali». Di conseguenza la Regione non può stabilire «divieti generalizzati» a queste attività che sono, tra l’altro, di «preminente interesse nazionale per la sicurezza del sistema elettrico e degli approvvigionamenti».
Il governo contesta anche il vincolo urbanistico previsto dalla norma, perché «nelle disposizioni statali», si prevede «che le opere e gli impianti necessari alla ricerca e alla coltivazione vengono dichiarati di pubblica utilità e comportano l’eventuale effetto di variante urbanistica».
Dunque si avverano le previsioni di opposizione e ambientalisti che all’indomani dell’approvazione della legge avevano contestato alcune imprecisioni contenute nella norma. In realtà il governo è andato più a fondo nella contestazione ribadendo un principio di fondo evidentemente non emendabile: e cioè che in materia di energia e di ricerca energetica la competenza resta di stretta osservanza statale. L’altro principio è quello della libertà d’i ntrapresa industriale.
(06 febbraio 2010)
fonte:
ilCentro
CHIODI...
LE MANTENGA!!!
RINFRESCHIAMOCI UN PO LA MEMORIA...
in data 14 Novembre 2008
Anche Gianni Chiodi dice "No al Centro Olii"
E spiega: “Necessario introdurre un nuovo modello comportamentale per elevare l’autorevolezza di interlocuzione – non soltanto con l’Eni – della classe dirigente politica della Regione”
Gianni Chiodi, candidato presidente del Pdl alla Regione Abruzzo, ribadisce il suo “No” al Centro Olii di Ortona. E lo fa in una lettera inviata alla ricercatrice abruzzese, residente negli Stati Uniti, Maria Rita D’Orsogna, che nelle ultime settimane, anche attraverso il suo blog, ha espresso valutazioni scientifiche contrarie al centro Olii.
“Lei, dopo aver argomentato scientificamente il suo NO al Centro Olii”, scrive Gianni Chiodi, “ha sottolineato che sarebbe una scelta di sviluppo contro le persone, contro la nostra gente. Sarebbe una scelta non etica di progresso economico” e ha ricordato come “più volte in questi ultimi giorni ho pronunciato pubblicamente il mio "NO al Centro Olii" e l'ho scritto nel mio programma di candidato a Presidente dell'Abruzzo: "(...) particolare attenzione merita il progetto definito "Centro Olii"; alla luce di una rigorosa analisi della questione si ritiene che l'intervento, per i sacrifici che comporta su un territorio ad alta vocazione agricolo-turistico-ambientale, non debba essere perseguito". Il candidato presidente del Pdl prosegue spiegando che da questa vicenda è “necessario introdurre un nuovo modello comportamentale per elevare l'autorevolezza del livello di interlocuzione – non soltanto con ENI – della classe dirigente politica della Regione”.
fonte: tuttoAbruzzo.it
ARI 8 dicembre 2008: